Onorevoli Colleghi! - A cinquant'anni dall'International Geophysical Year, svoltosi nel 1957-58, che ha determinato un grandioso avanzamento nella conoscenza del pianeta e della regione antartica in particolare, la comunità scientifica internazionale ha proposto per il 2007-2008 l'International Polar Year (IPY). Esso avrà luogo con osservazioni e ricerche in Artide e Antartide dal 10 marzo 2007 al 10 marzo 2009 e costituirà una formidabile occasione di studio per la comunità scientifica mondiale, che già da tempo si sta muovendo per definire ed organizzare le attività collegate.
      In particolare, l'International council for science (ICSU) dell'UNESCO e la World meteorological organization (WMO) dell'ONU hanno costituito un comitato congiunto per quello che sarà il quarto Anno polare internazionale della storia. Il primo, nel 1882-83, vide dodici spedizioni in Artide e tre in Antartide. Il secondo ebbe luogo cinquanta anni più tardi, nel 1932-33, e si segnalò per gli studi sui fenomeni di magnetismo, sulle aurore e osservazioni meteorologiche. II terzo, già citato, dette grande risalto alle ricerche polari e spaziali.
      L'Anno polare consiste in un programma coordinato a livello internazionale di ricerca scientifica interdisciplinare, con osservazioni nelle regioni polari del pianeta. In particolare esso ha il fine di indagare lo stato dell'ambiente di Artide e Antartide e le variazioni intercorse in termini temporali e spaziali; quantificare e studiare i cambiamenti ambientali e l'impatto dell'uomo sugli stessi; utilizzare i vantaggi unici rappresentati dalle regioni polari per le osservazioni geofisiche sul campo magnetico terrestre.
      L'Anno polare rappresenterà infine una eccellente occasione per studiare la sostenibilità delle società sviluppatesi ai margini delle regioni polari, la loro cultura ed

 

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il loro contributo alla diversità culturale globale. Il comitato congiunto ICSU-WMO ha lo scopo di coordinare le attività scientifiche internazionali nelle regioni polari ed ha prodotto un framework contenente i criteri mediante i quali saranno valutate le proposte di ricerca scientifica al fine del riconoscimento come attività per l'IPY. I progetti che si svolgeranno sotto l'egida dell'IPY dovranno distinguersi dalle attività che ordinariamente vengono condotte dai programmi nazionali e rispondere, viceversa, a criteri di internazionalità, unicità ed eccezionalità.
      Hanno aderito all'IPY trentanove nazioni che hanno provveduto a costituire i loro comitati nazionali. Fra queste vi sono tutte le maggiori nazioni del mondo, incluse alcune senza una particolare tradizione di ricerca nelle regioni polari. Nel 2004 su iniziativa della Commissione scientifica nazionale per l'Antartide (CSNA) è stato costituito il Comitato nazionale per l'anno polare internazionale con lo scopo principale di agire come punto di contatto nazionale ed internazionale. Il Comitato ha promosso incontri con la comunità scientifica nazionale ed ha garantito la presenza italiana nelle riunioni e nel dibattito internazionale.
      I ricercatori italiani hanno contribuito alla formulazione (sia come proponenti sia come partecipanti) di oltre il 10 per cento dei progetti sottoposti all'ICSU e ben ventidue tra essi sono stati ritenuti potenzialmente idonei. Ciò conferma la significativa partecipazione italiana e il contributo importantissimo offerto dalla nostra comunità di ricerca ai temi dell'Anno polare internazionale. Tali progetti sono tutti necessariamente basati su collaborazioni internazionali, presentano un elevato grado di multidisciplinarità e notevole carattere innovativo per il progresso delle conoscenze che si estende ben oltre le regioni polari, con particolare riferimento alla ricerca di base e alla ricerca di base orientata allo sviluppo di tecnologie chiave abilitanti a carattere multisettoriale. I settori strategici di riferimento sono l'ambiente, i trasporti, l'energia, l'agroalimentare e la salute, mentre quelli trasversali trovano riferimento nei nuovi materiali e nanotecnologie, le biotecnologie ed i sistemi di produzione.
      La notevole rilevanza scientifica delle iniziative proposte è testimoniata anche dall'eccezionalità delle necessità logistiche e dall'ampia distribuzione geografica dei siti di ricerca, il che richiede uno sforzo di coordinamento e di collaborazione a livello internazionale per la compartecipazione dei supporti logistici ed operativi. La progettualità della ricerca italiana riguarda in particolare le attività di ricerca oceanografiche a carattere fisico-chimico e biologico-ecologico (con la conseguente necessità di disporre di navi oceanografiche idonee ad operare in ambiente polare), l'esplorazione geofisica e geologico-marina, la ricerca climatico-ambientale e geologica (in particolare per il continente antartico saranno necessari mezzi idonei a muoversi nell'area più remota ed inesplorata del continente in condizioni climatico-ambientali estreme e con il supporto aereo); campagne di fisica dell'atmosfera, ricerche di astrofisica e sulle relazioni Terra-Sole (con l'installazione di nuova strumentazione di osservazione presso le stazioni polari e lancio di palloni suborbitali). Per lo svolgimento dei progetti di ricerca è necessaria inoltre la partecipazione di ricercatori stranieri presso le stazioni scientifiche polari italiane (stazioni «Mario Zucchelli» e «Concordia» in Antartide e stazione «Dirigibile Italia» alle isole Svalbard) così come la partecipazione di ricercatori italiani presso basi e spedizioni di altri Paesi. Gli accordi internazionali preliminari intercorsi fra i ricercatori dei diversi Paesi coinvolti prevedono un contributo italiano in termini logistico-operativi variabile da progetto a progetto, ma che è possibile stimare intorno al 10-15 per cento del totale.
      Complessivamente il fabbisogno per la preparazione e l'attuazione di una adeguata partecipazione italiana alle attività dell'IPY nel periodo marzo 2007-marzo 2009 nonché per lo studio dei materiali e dei dati raccolti e la elaborazione dei risultati (negli anni 2009 e 2010) è stimato in circa 20 milioni di euro.
 

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      La presente proposta di legge prevede, a tal fine, la costituzione di un apposito Comitato nazionale per il coordinamento della partecipazione italiana, che provveda alla selezione dei progetti e alla allocazione delle risorse, identificando l'organismo responsabile dell'attuazione e degli aspetti logistici nel consorzio, già esistente, previsto per le attività italiane in Antartide dal decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 26 febbraio 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 54 del 2002.
      Il Comitato nazionale, istituito presso il Ministero dell'università e della ricerca, dovrà elaborare un programma per la partecipazione italiana alle attività di ricerca scientifica dell'Anno polare, indicando il necessario fabbisogno umano e finanziario e garantendo un adeguato livello di internazionalizzazione delle attività di ricerca, assicurando il collegamento con gli organi scientifici dell'Anno polare internazionale ed il coordinamento tra il programma ed eventuali iniziative di ricerca nazionali intraprese al di fuori del programma stesso. II Comitato, che dovrà presentare una relazione annuale al Ministro dell'università e della ricerca e al Parlamento sull'attività svolta (occasione nella quale saranno rendicontati gli impegni delle risorse, le quali dovranno essere disponibili ad inizio d'anno per non pregiudicare le capacità di realizzazione delle ricerche in loco) provvederà inoltre ad acquisire i risultati delle attività scientifiche e tecnologiche.

      Per il suo alto valore scientifico, è necessario che l'attività di ricerca sia coordinata da un comitato che veda, ai suoi vertici, i massimi livelli istituzionali, in modo da offrire alla comunità scientifica internazionale, il segno tangibile dell'impegno italiano in campo polare. Per questo si prevede che il Comitato sia presieduto dal Ministro dell'università e della ricerca o, in sua assenza, da un suo rappresentante. Per il resto la composizione dell'organismo è eminentemente tecnica, esso vede infatti la partecipazione di un rappresentante italiano della WMO, un rappresentante italiano dell'ICSU e tre esperti scientifici designati dalla CSNA. Ed inoltre esperti scientifici di ricerche in area artica, un esperto di logistica polare ed altre professionalità che potranno garantire la massima qualità anche per quanto riguarda la raccolta e l'elaborazione dei dati e la comunicazione.
      Per l'attuazione del programma si prevede, come detto, di utilizzare il consorzio di cui all'articolo 4 del citato decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 26 febbraio 2002, con il compito di esprimere pareri sui programmi esecutivi annuali con particolare riferimento ai profili della logistica, del fabbisogno umano e finanziario.
      Per esprimere pareri sul programma di ricerca (ai fini dell'autorizzazione e del controllo di tutte le iniziative nazionali che sono intraprese al di fuori del programma e formulare proposte ed esprimere pareri ai fini del coordinamento del programma con i programmi di ricerca degli altri Paesi) si prevede la competenza del Comitato interministeriale per l'Antartide già costituito ai sensi dell'articolo 2 del citato decreto ministeriale 26 febbraio 2002. Al Ministro dell'università e della ricerca sono affidati i compiti di approvare il programma proposto dal Comitato nazionale, vigilare sull'attuazione dello stesso (affidata al consorzio) ed emanare direttive per specifiche modalità operative per la migliore attuazione del programma stesso. In conclusione, vista la rilevanza del contributo della comunità scientifica italiana agli obiettivi dell'azione internazionale e nel quadro di un più ampio sostegno alla ricerca, si auspica una rapida approvazione della presente proposta di legge per consentire una efficace partecipazione italiana alle attività dell'Anno polare internazionale.

 

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